Mentre la nave andava alla deriva da un porto sudamericano a un altro, Darwin accumulava mandibole, molari, teschi e altre ossa. Molti di questi lo ha estratto dalle rocce lui stesso, o con l'aiuto dei suoi compagni di nave. Alcuni altri sono stati acquistati. Uno scellino e un sei penny sembravano un buon prezzo da pagare per un teschio Toxodon platensis-un parente rinoceronte - acquistato da un proprietario ormai sconosciuto in una fattoria in Uruguay. Quando è emerso in un ruscello dopo un diluvio, "i locali credevano che fossero le ossa di un gigante", afferma Jennifer Pullar del team delle collezioni digitali al Museo di storia naturale di Londra. In seguito, "i bambini usavano il teschio come pratica bersaglio usando le pietre per mozzare i denti".
Il bottino di fossili di Darwin è tornato in Inghilterra e si è diffuso in diverse collezioni. Il Megatherium finì al Royal College of Surgeons, con una fetta che andava a Down House, la casa di Darwin. Il Toxodon il teschio, insieme a 100 altre ossa o frammenti, è arrivato al Museo di Storia Naturale, e ora il museo lo sta mettendo online, parte di una serie di immagini 3D ad alta risoluzione che verranno esaminate dai visitatori e dai ricercatori allo stesso modo.
Le prime scansioni sono salite questa settimana. Versioni digitali riccamente dettagliate apriranno la strada a ricercatori o curiosi clicker per scrutare i fragili fossili da una certa distanza e libereranno il museo per distruggere piccole porzioni degli originali per eseguire analisi del DNA.
Il progetto evidenzia anche quanto meraviglioso Darwin abbia trovato fossili. In un nuovo libro, Darwin's Fossils: la collezione che ha modellato la teoria dell'evoluzione, Adrian Lister, ricercatore in Scienze della terra presso il Museo di storia naturale, racconta il fascino di Darwin. "Ho appena ricevuto l'odore di alcune ossa fossili di un mammut", ha scritto il naturalista in una lettera. "Che cosa possono essere, non lo so, ma se l'oro o il galoppo li prenderanno, saranno miei."
In una lettera a sua sorella Caroline, Darwin si meravigliò del modo in cui le ossa fossilizzate "raccontano la loro storia dei tempi passati con una lingua quasi vivente". Anni dopo, sotto lo sguardo di tecnologie di imaging più sofisticate, i fossili hanno nuove storie da raccontare.